In questo post tratterò come il colore blu (che più si avvicina al blu fiordaliso) ha influenzato i miti passati. Ovviamente alcuni riferimenti nei vari miti sono collegati al fiordaliso, uno dei pochi fiori realmente blu. Questo fiore ha un fascino dai sapori antichi, infatti un tempo colorava i campi di grano con pennellate di blu, accompagnato dai papaveri rossi cremisi.

Per quanto riguarda il colore blu invece, per gli antichi rappresentava il luogo dove si trovavano le divinità, era quindi sinonimo di pace, tranquillità, ragione sovrumana, qualità diverse e non attribuibili a quelle della terra. Per questo motivo i popoli primitivi credevano che queste lontane azzurre misteriosità fossero la dimora degli dei, degli spiriti o degli antenati. Questo modo di pensare originò l'associazione del blu con la religione, infatti è presente nell'iconografia religiosa di tutto il mondo.

I babilonesi associavano il colore blu allo splendore dell' oro, specialmente per la decorazione degli edifici. Usavano diverse tonalità di blu: vicino al nero, vicino al bianco (luce) e splendente per le divinità.
In particolare, la porta di Ishtar, era l'ottava porta della città interna di Babilonia. Fu costruita attorno al 575 a.C. sotto il re Nebuchadnezzar II nella parte nord della città. La porta di Ishitar era l'entrata principale di Babilonia e rappresentava lo spettacolo impressionante della forza e della grandezza.
Anche per gli antichi egizi, il blu rappresentava il colore delle divinità, infatti di questo colore erano i geroglifici che segnavano la parola degli dei. Era anche considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito.

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